MegaMath

 

Abbiamo recensito per voi il sito MegaMath

 

 

http://wwwc3.lanl.gov/mega-math/

 

 

 

 

 

 

La matematica è una bestia nera? Nient’affatto… è la materia più colorata che ci sia! Questo è di sicuro il primo messaggio che percepisce il  cibernauta che approda sul sito MegaMath, un laboratorio matematico interattivo a cura del gruppo di ricerca informatica dell’Università di Los Alamos.

Se qualcuno di voi sta pensando che i colori si nascondano solo nella grafica, si sta sbagliando.

I colori sono soprattutto nei contenuti, sia per quello che riguarda, nello specifico, la prima attività proposta intitolata appunto  “La matematica più colorata di tutte”, che affronta il problema della colorazione delle mappe, sia per quello che riguarda il modo frizzante e appassionante con cui vengono suggeriti i temi su cui cimentarsi.

Il sito è strutturato in sette macroaree. In ogni sezione viene trattato un tema caratterizzato dalle seguenti proprietà: 1) essere (o essere stato) argomento di ricerca nell’ambito della matematica; 2) avere dei risvolti nella vita comune oppure aiutare a risolvere problemi pratici.

Ognuno dei sette argomenti proposti al suo interno contiene un vero e proprio laboratorio: si comincia con una “overview” dove viene introdotto in maniera sommaria l’argomento mettendone subito in evidenza le applicazioni, vi è poi la parte “backgroung info” che spiega meglio gli aspetti concettuali da tener presenti per poter affrontare il problema. Si entra poi nel vivo del laboratorio con le sezioni “Activities” e “Prep & materials” che suggeriscono alcune attività che possono essere svolte in autonomia oppure possono rivelarsi anche un utile strumento didattico da proporre in classe. Non mancano nemmeno poi le parti dedicate all’approfondimento (“For further study”) e ad ulteriori collegamenti (“Big Ideas & key concepts”, “Vocabulary”).

In conclusione, MegaMath può essere definito sia un divertente gioco sia un utile strumento didattico.

Ha inoltre il pregio di utilizzare il migliore approccio, quello cioè del “toccare per credere”, per dare l’opportunità, sia agli studenti, sia a tutti coloro che sono convinti che la matematica sia solo noiosa, difficile e inutile, di poterla osservare sotto un altro punto di vista forse più vicino a quello proprio dei ricercatori e di coloro che hanno fatto della matematica il loro lavoro.

 

Silvia De Stefano