Questo mese vi presentiamo un libro islandese. Come Vittoria Nuti Ronchi, uno dei personaggi è una genetista che dà molto valore alla sua attività di studiosa appassionata e, anche se in una forma coniugata secondo diversi valori culturali, fa i conti con i suoi doveri di madre.

 

      

      

 

 

 

Audur Ava Ólafsdóttir

Rosa candida

Edizioni Einaudi, 2012

 

Un libro che potrebbe passare inosservato, scritto nel 2007 da un’autrice non solo sconosciuta, ma con un nome per noi italiani difficilissimo da pronunciare e da scrivere, che, tuttavia, non è da perdere. L’autrice e tutti i personaggi del libro sono islandesi. E l’Islanda, con il muschio, i mirtilli, i suoi fiori e le colate di lava è la protagonista. Tipici del Nord sono anche il ritmo e la riflessività del romanzo che accompagnano una lettura tenue ed avvolgente, trasmettendoci tranquillità e tenerezza, trasportandoci in un luogo sicuro, al di fuori del  tempo. Rosa Candida esprime una visione della vita serena, limpida, riservata e  con un intenso amore per la natura, per le proprie radici e le piccole cose della vita quotidiana.

Il protagonista si chiama Arnljòtur, soprannominato Lobbi. Ha ventidue anni, i capelli rossi , una miriade di pensieri, un gemello autistico e buono e un padre anziano e apprensivo, che lo vedrebbe bene all’università piuttosto che in una serra a coltivar fiori,  come invece lui desidera. Il titolo del libro porta il nome di un fiore e i fiori, costantemente  presenti nel libro, sono la passione di Lobbi che l’ha condivisa per anni con la madre, morta in un incidente stradale poco tempo prima che la storia incominci. Lobbi ha anche una figlia, concepita proprio nella serra, “per caso in un quinto di notte” con Anna, una studentessa di Genetica.

Preso dalla sua passione per i giardini, decide di allontanarsi dall’Islanda, diretto a un monastero con un antichissimo roseto in un imprecisato paese del Nord Europa, portando con sé alcuni esemplari di una rara varietà di rose a otto petali , che solo sua madre sapeva produrre. Un viaggio per fuggire da se stesso, ma anche per ritrovarsi.

 È in quel luogo, fuori campo e tempo, che Lobbi diventerà adulto e padre presente e attento, grazie ai consigli di fra Tommaso, saggio e cinefilo, alla resurrezione del roseto che riesce ad attuare con le sue sapienti cure e all’arrivo improvviso di madre e figlia. Nell’accudimento quotidiano nasce così un nuovo e profondo sentimento, un desiderio nuovo, che non è solo amore per la figlia e attrazione per Anna: è il desiderio di una famiglia.

È una storia di paternità, ma anche di maternità. Anna accompagna e affida la figlia a Lobbi, lasciandolo sperimentare, ma sempre scrupolosamente vigilando. Anna, però, oltre che madre, è una studentessa che non tralascia lo studio e  pone come priorità nella sua vita la ricerca. Il completamento della storia non è il lieto fine, ma una nuova consapevolezza che porta i protagonisti a vivere il momento presente in tutto il suo profondo significato.

Lucia Ghezzi e Silvia Ronzani