Zero

da XlaTangente n. 3

             

 

 

 

 

Robert Kaplan

 

Zero.

Storia di una cifra

 

BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, Milano 1999 

pp. 325, euro 9.80

 

Guardate lo zero e non vedrete niente; guardate attraverso lo zero e vedrete il mondo.

R.K.

 

Con questa frase indubbiamente l’autore riassume il fascino che esercita su di lui una piccola cifra come lo zero e l’immenso mondo che si può scoprire dietro ad essa. Lo Zero, che di fatto il nulla rappresenta, ha sulle spalle una storia lunga più di 40000 anni e un significato assai profondo che, tuttavia, l’autore non riesce a far cogliere molto bene al lettore. Kaplan (insegnante di matematica, filosofia, greco, tedesco e addirittura anche sanscrito!) spesso si dimentica che il soggetto del libro è lo Zero, perdendosi in una minuziosa descrizione storica, che in principio è anche interessante, ma che ben presto diventa di una noia… infinita. Senza voler sminuire l’importanza del fatto che l’Oriente ne è la patria, o che civiltà antichissime – come i Maya – avevano “nel sangue” il concetto dello zero, utilizzare un terzo (o più!) del libro per ragionamenti ed elucubrazioni sull’ipotesi che il simbolo utilizzato per rappresentare questo numero derivi dall'impronta lasciata dai sassolini che  servivano per contare sulla sabbia dell'abaco, o dilungarsi in dissertazioni linguistiche sulle parole sanscrite impiegate come nomi dello zero rende la lettura veramente difficile e faticosa.

Una volta raggiunto il XVII secolo e “la scienza nuova”, quando al lettore rinasce la speranza di una gustosa lettura, nel libro compaiono un po’ di formule e… anche qualche errore. É proprio vero che dato un numero primo non sappiamo trovare e generare il successivo.

Chi ha dimostrato il piccolo teorema di Fermat? Cosa studia la teoria di Ramsey? Se volete davvero sapere queste cose… questo NON è forse il libro adatto voi!

E. J.