Philippe Forest

Il gatto di Schrödinger
 

Del Vecchio Editore, Roma 2014
pp. 320, euro 15,50

 

 

 

Questo libro è un altro esempio di che cosa può succedere se la dimensione scientifica della vita prova a farsi racconto. Si può essere più o meno d’accordo sulla scelta di scrivere un romanzo attorno a un’idea o un risultato di tipo scientifico; si possono più o meno amare commistioni di questo tipo, ma non mi sembra che si possa rinunciare a priori a “vedere l’effetto che fa”.

Qui l’esperimento da cui si parte è quello, puramente mentale, nel quale, fintanto che l’operazione è in corso e l’osservatore non la interrompe, il famoso gatto è morto ed è vivo: "Invece di escludersi l’un l’altra, le due ipotesi vanno in realtà considerate come contemporaneamente in atto nella situazione presa in esame. […] Il buon senso si ribella. Ma, in fatto di scienza, si è finito per ammettere che non è sempre un buon consigliere", scrive l’autore, fisico austriaco e premio Nobel Erwin Schrödinger.

Nel libro, il gatto appare e scompare nel giardino della casa al mare del protagonista e lo aiuta a vivere il dolore per la morte lunga e terribile della figliola, accompagnandolo nel tentativo di capire la struttura del mondo. Non scioglie la sua solitudine, non lo consola, ma lo aiuta a cercare risposte a domande sempre più profonde, persino sulla nostra stessa vita.

In queste pagine, anche se non vi fate prendere dal fascino della rappresentazione poetica dell’autore, potete trovare osservazioni pregnanti, di quelle che ci aiutano a dire bene quanto a tratti ci sembra difficile da spiegare ai nostri studenti: "Tutto accade come se: si può dire solo questo. […] Come se: è l’espressione che usano gli scienziati. Ma anche i bambini e i poeti. Tutto accade come se il mondo nel quale viviamo fosse contemporaneamente lo stesso e un altro".

E spesso gli scienziati lavorano "Facendo come se… alla maniera dei bambini che, sdraiati nel letto, quando l’ombra li circonda e investe lo spazio e il tempo, inventano creature cui in fondo non credono, ma che venendoli a trovare permettono loro di dare la forma che vogliono alla notte".

Traduzione di Gabriella Bosco.

g.l.