La storia del mondo in cinque mappe - Intervista agli studenti
La storia del mondo in cinque mappe – Intervista con gli studenti
Questo articolo non parla di matematica, ma di un progetto che è nato grazie a una mostra di matematica a cui hanno partecipato gli studenti del Liceo Lussana di Bergamo. Gli studenti hanno preparato e realizzato una conferenza divulgativa sulla cartografia al Festival BergamoScienza. L’idea è nata grazie alla collaborazione con la cooperativa Curvilinea (intervistata da XlaTangente qui), che aveva coinvolto gli studenti l’anno precedente come guide per la mostra Matematica Terra Terra, sugli aspetti matematici della cartografia. L’interesse per questo tema è continuato, allargandosi alla storia, alla tecnologia e alle implicazioni sociali e politiche.
XlaTangente ha intervistato cinque degli studenti partecipanti al progetto: Martina, Valentina, Debora, Giacomo e Francesco.
A questo link si può invece leggere il racconto dell'iniziativa da parte di una degli insegnanti coinvolti.
Il titolo del vostro intervento a BergamoScienza, "La storia del mondo in cinque mappe", è molto accattivante: perché lo avete scelto?
Il titolo della conferenza voleva essere un invito accattivante a chiedersi come la concezione che abbiamo della Terra su cui camminiamo si sia evoluta dall'antichità ad oggi. Il titolo ci è stato proposto così, insieme alle fonti base da cui siamo partiti, dai professori in collaborazione con la cooperativa Curvilinea.
Che cosa vi è rimasto più impresso di questo progetto?
Francesco: L'influenza che la cartografia può avere sul modo di vedere il mondo.
Martina: Scoprire il quanto sia esteso questo argomento, quanto sia antico ed attuale allo stesso tempo.
Giacomo: La comprensione del funzionamento di nuove tecnologie (come GPS e navigatore satellitare) che hanno sostituito quelle precedenti.
Debora: La grande capacità e dedizione che Mercatore aveva nel suo lavoro, sapendo che all'epoca non c'erano gli strumenti matematici utili per compiere gli studi che ha fatto.
Come dice anche il titolo, avete diviso la ricerca e la conferenza in cinque parti: quali argomenti avete trattato?
Abbiamo seguito un filo per lo più storico: i primi tre gruppi hanno trattato la cartografia classica, quella medioevale e le grandi scoperte geografiche tra il Cinquecento e il Settecento; il quarto gruppo ha studiato la geopolitica, focalizzandosi sul Novecento, mentre l'ultimo ha affrontato questioni contemporanee.
Martina: Il mio gruppo ha studiato le mappe classiche; in particolare quelle di Tolomeo, che fu uno dei primi ad affrontare matematicamente il problema delle proiezioni della Terra. A partire dalla griglia rettangolare ideata dai filosofi greci in precedenza, egli suggerì delle vere e proprie griglie di proiezione. Il nostro gruppo ha trattato in primo luogo della "Geographia", opera dello stesso Tolomeo in cui si trovano le basi matematiche della geografia e moltissime coordinate geografiche. Le copie pervenute a noi di quest'opera sono più moderne, non sono quelle originali, ma sono accompagnate proprio dalle mappe di Tolomeo. Dopodiché abbiamo trattato più in particolare del mondo di Tolomeo, delle tecniche e delle influenze, per finire con la parte riguardante il cristianesimo e le relative mappe.
Valentina: "La rappresentazione del mondo nel Medioevo" è il titolo del lavoro del mio gruppo. Nell’esposizione abbiamo prima di tutto riassunto il contesto storico medievale e fornito il lessico specifico che avremmo usato durante la spiegazione. Abbiamo poi concentrato l'attenzione sulle Mappe Orbis Terrae, T-O, mappe dalla caratteristica di presentarsi come una circonferenza esterna di Oceanum, da cui deriva la O, al cui interno si trova il Mar Mediterraneo a forma di T. Un esempio conservato particolarmente bene è la Mappa di Hereford, punto su cui il discorso si è soffermato per la maggior parte del tempo. Ovviamente la descrizione delle mappe non è stata solo fisica ma è stata integrata dalla spiegazione degli elementi teologici e religiosi presenti in esse.
Debora: Nel mio gruppo abbiamo trattato le grandi scoperte geografiche: abbiamo lavorato soprattutto sulle innovazioni introdotte da Gerardo Mercatore nel campo della cartografia, facendo anche riferimento alla carta di Tolomeo precedente. Inoltre, abbiamo fatto ricerche anche sugli strumenti di navigazione diffusi successivamente.
Francesco: Noi abbiamo approfondito vari aspetti di Geopolitica. Ci siamo occupati dell'influenza che la società può avere sulla cartografia e dell'influenza che la cartografia può avere sulla società. Una mappa non è, come potrebbe sembrare, completamente oggettiva; il cartografo compie un grande numero di scelte arbitrarie: quali confini segnare e come (non è un caso che durante il regime fascista i confini tra l'Etiopia e le altre colonie italiane siano scomparsi già prima della guerra), come suddividere e ordinare le schede di un atlante, persino il continente su cui centrare un planisfero è una scelta arbitraria. Prova di ciò è la proiezione di Gall-Peters, che conserva le aree invece della forma degli stati, in modo da rendere giustizia ai continenti che ospitavano le colonie dei Paesi occidentali, che apparivano più piccole in rapporto a essi. Questa proiezione ebbe vasta risonanza mediatica dagli anni '70 e fu adottata da numerose organizzazioni internazionali, come l'ONU e l'UNICEF.
Giacomo: Il mio gruppo ha trattato le rappresentazioni nell’età moderna e soprattutto contemporanea: nella fase di preparazione ci siamo concentrati sul lato più tecnologico e astratto della cartografia, mentre durante l’esposizione abbiamo spiegato anche una parte del lavoro del gruppo precedente, riguardante le diverse tipologie di cartogrammi.
Per conoscere il tema e preparare la conferenza vi siete prima fatti un'idea degli aspetti matematici della cartografia, poi avete letto testi di approfondimento e quindi lavorato a gruppi per preparare l’intervento. Che cosa vi è piaciuto di queste attività e dove avete trovato difficoltà?
In generale non abbiamo trovato particolari difficoltà, ma al contrario abbiamo apprezzato i testi a noi proposti. Grazie ad essi, infatti, ci siamo potuti informare, non solo in vista della conferenza, ma anche per un arricchimento personale, su un argomento che normalmente non viene trattato.
Tuttavia non è stata una passeggiata: la preparazione della conferenza è stata abbastanza lunga, più di tre mesi, e impegnativa. Il primo passo è stato quello di recuperare le fonti consigliate dai professori, studiarle e integrarle nei punti, secondo noi, più interessanti. Una volta raccolta una grande quantità di materiale la difficoltà principale è stata quella di scremare gli argomenti in modo tale da scegliere le informazioni più importanti e più interessanti e concentrarle in un discorso di 15/20 minuti per gruppo. I documenti da cui prendere le informazioni, infatti, erano moltissimi e molto dettagliati, per cui abbiamo dovuto selezionare con cura quello che era più corretto inserire e quello che poteva essere evitato.
Tutto il progetto è stato seguito passo passo da un team di professori di materie diverse (da matematica a storia e filosofia) e da esperti che ci hanno accompagnato sostenendoci sempre e consigliandoci nei momenti di spaesamento; questo certamente è stato un punto a favore della buona riuscita del progetto. Anche all'interno dei gruppi si è creato un buon affiatamento rendendo tutto più piacevole, anche se l'organizzazione di un lavoro in un gruppo non è sempre immediata.
Altra difficoltà è stata, per i cinque relatori, affrontare in prima persona una platea così numerosa, era per tutti noi la prima volta. Però il dover portare a termine una ricerca complessa esponendola ad un pubblico diverso dai compagni di classe durante un'interrogazione è stata una grande soddisfazione e punto positivo.
Quali sono state le vostre impressioni ed emozioni a BergamoScienza, prima, durante e dopo la presentazione?
Giacomo: È stata un'esperienza formativa e interessante. Prima della presentazione ovviamente si ha sempre la tensione e la paura di sbagliare. In seguito la presentazione è andata come ci saremmo aspettati e quindi eravamo soddisfatti del nostro lavoro.
Debora: Prima della presentazione, il nostro relatore era un po' agitato, mentre il resto del gruppo cercava di rassicurarlo, ascoltandolo e riascoltandolo mentre ripeteva la presentazione. Durante la conferenza, si è sentito più tranquillo, nonostante ci sia stato un momento di "amnesia" totale. Dopo la presentazione, ci siamo sentiti tutto piuttosto sollevati e contenti del lavoro svolto.
Valentina: La mia collaborazione con Bergamoscienza inizia cinque anni fa ma mai avevo avuto la possibilità di essere tra i relatori di una conferenza. Un po' di agitazione prima di iniziare a parlare c'era innegabilmente, tuttavia la consapevolezza della validità del lavoro svolto e il sostegno di amici e professori sono stati gli elementi che mi hanno dato la tranquillità tale per parlare con successo davanti ad un pubblico attento ed interessato. Dopo la presentazione un senso di orgoglio, soddisfazione e contentezza ha pervaso tutti noi ed in particolare i cinque relatori, io e altri quattro ragazzi di quarta e quinta.
Francesco: È sempre soddisfacente presentare il risultato finale a cui si è giunti dopo aver lavorato a lungo, in particolare partecipando da protagonisti a un progetto come BergamoScienza.
Martina: Prima della presentazione pensavo che l'interesse del pubblico non fosse così come poi si è rivelato, cioè forte. Durante la presentazione, infatti, il pubblico si è dimostrato partecipe ed interessato, contro ogni mia aspettativa.
Qual è stata la reazione del pubblico?
Abbiamo ricevuto numerosissimi commenti di apprezzamento sincero e di ringraziamento da tutti i presenti in sala: non soltanto dagli insegnanti che hanno organizzato l'incontro, ma anche dal pubblico esterno alla scuola, sia per il lavoro svolto, sia in quanto ragazzi che si sono messi in gioco per attività extra-curricolari.
Che cosa mi consigliate per saperne di più sulla cartografia?
Sicuramente "La storia del mondo in 12 mappe" di Jerry Brotton, che è un libro interessante e per nulla noioso.
Per approfondire gli aspetti politici e sociologici si può leggere "Cartografia e potere. Segni e rappresentazioni negli atlanti italiani del Novecento" di Edoardo Boria, che è un libro un po' più tecnico ma altrettanto interessante, oppure "Le grandi mappe" di Jerry Brotton, che usa le mappe per leggere cultura, credenze e storia delle grandi civiltà.
In ambito storico consigliamo invece "Il mondo di Mercatore" di Andrew Taylor, sulla cartografia classica, e "Il viaggio del sestante" di David Barrie, che racconta le invenzioni utili per determinare le coordinate geografiche durante i grandi viaggi di navigazione nel Seicento e Settecento.
Che cosa vi rimarrà di quest'esperienza?
Sicuramente ci rimarranno alcune informazioni sulla cartografia, che prima della conferenza nessuno di noi aveva. In termini di competenze, crediamo invece che quest'esperienza ci abbia aiutato a sviluppare maggiori capacità di lavorare in gruppo, suddividendo i ruoli. Abbiamo anche affinato le nostre capacità di ricerca delle informazioni e di senso critico per vagliarle. Alcuni di noi hanno superato il timore di parlare in pubblico.
Dalla conferenza è nato anche un articolo su Quinto Piano, giornale studentesco del nostro Liceo. Speriamo quindi che un po' del nostro entusiasmo sia passato ai nostri compagni di scuola.
Di quest'esperienza ci rimarrà soprattutto la consapevolezza che ci sono dei veri e propri mondi di informazioni e curiosità riguardo temi che possono sembrare lontani da noi ma che, invece, sono più vicini di quello che possiamo immaginare.
Rifareste un'esperienza simile?
Sì, è stata un'esperienza stimolante e divertente. Sarebbe interessante approfondire allo stesso modo un altro argomento.
Valentina: La rifarei anche subito, esame di maturità permettendo! Un argomento secondo me adatto ad una serata divulgativa deve essere diverso dai discorsi quotidiani per attirare l'attenzione dei curiosi ma allo stesso tempo accessibile ad un pubblico medio, non saprei cosa in particolare.
Francesco: In ambito matematico o fisico mi piacerebbe approfondire il tema delle geometrie non euclidee, a cui si accenna solamente durante il corso di studi.
Ester Dalvit